Chiusa l’indagine del Mottarone

Chiusa l’indagine del Mottarone

A due anni dalla tragica vicenda del Mottarone, chiusa l’indagine della Procura di Verbania ha concuso l’inchiesta e ora è pronta a richiedere il processo per otto indagati. La notizia arriva da fonti dell’Ansa, che hanno reso noti i nomi dei possibili imputati. Tra di essi figurano anche l’imprenditore Luigi Nerini, titolare delle Ferrovie del Mottarone, il direttore d’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini. Ma non solo: anche Anton Seeber, presidente del CdA, Martin Leitner, consigliere delegato, e Peter Rabanser, responsabile del Customer Service, sono stati individuati come parte degli indagati. Inoltre, si apprende che sei tecnici esterni la cui posizione è stata stralciata potrebbero evitare il processo.

Reati gravissimi

L’inchiesta, guidata con precisione dai carabinieri e coordinate dalla Procuratore di Verbania Olimpia Bossi e dal pm Laura Correra, ha rivelato una serie di crimini sconcertanti. Tra i reati contestati ci sono l’attentato alla sicurezza dei trasporti, la rimozione o l’omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, il disastro colposo e l’omicidio plurimo colposo. Non solo, ci sono anche lesioni colpose gravissime. Sorprendentemente, solo Tadini e Perocchio sono anche accusati di falso.

Fin dai primi accertamenti, la vicenda ha suscitato notevole interesse. Grazie ai resoconti puntuali delle persone direttamente coinvolte ed al materiale sequestrato, l’enigma ha pian piano preso forma. Ci sono due temi chiave:

  • il cavo tranciato
  • il malfunzionamento del sistema frenante di sicurezza, complicato dall’uso dei cosiddetti “forchettoni”, inopinatamente inseriti per evitare il blocco della cabina a bordo dei passeggeri, che poi hanno tragicamente perso la vita nell’improvviso precipitare.

Nerini, Perocchio e Tadini sono stati fermati dai pm in piena notte tra il 25 e il 26 maggio 2021, ma i loro sforzi non sono bastati a sfuggire alla giustizia. Nonostante questo, il gip ha deciso di non convalidare il fermo, reputando che non ci fossero abbastanza motivi per ritenere che i colpevoli potessero semplicemente scappare. Nonostante questa decisione, il giudice ha riconosciuto l’elevato grado di colpevolezza in Tadini, ordinando gli arresti domiciliari. Questo è stato sufficiente a suscitare una reazione ferocemente negativa da parte delle toghe, causando una grossa ondata di scontro fino ad arrivare al Csm. Per fortuna, il procedimento è stato finalmente riassegnato ad una figura in grado di tornare alla calma e alla ragione, evitando così futuri conflitti tra le parti.

Dopo 2 anni chiusa l’indagine del Mottarone

Dopo qualche mese di attesa, il nuovo giudice incaricato ha finalmente accolto la richiesta di incidente probatorio e ha nominato due prestigiosi collegi di periti per fare chiarezza sulle cause dell’incidente.

Nel frattempo, la Procura non ha perso tempo! Ha iscritto nel registro degli indagati ben 11 persone, tra cui il potente Leitner con tutto il suo staff dirigenziale e le Ferrovie del Mottarone in qualità di ente. E anche un gruppo di 6 tecnici altamente specializzati, che erano stati dapprima stralciati dal caso in vista della richiesta di archiviazione. Non solo, ma anche colui che ha realizzato la testa fusa della funivia è ora indagato per il tragico evento.

Le perizie depositate lo scorso settembre hanno scatenato un’indagine che ha permesso di scremare la lista degli indagati. Queste perizie hanno scoperto i problemi nella gestione dell’impianto e nei controlli di manutenzione. Hanno scoperto anche che la fune era corrosa da tempo e avrebbe dovuto essere correttamente mantenuta in ordine per evitare la tragedia. Ma la causa principale dell’incidente fu l’uso costante dei forchettoni, che hanno avuto un ruolo fatale nel disastro. Il 23 maggio 2021 alle 12,15, l’incidente si è verificato, e il risultato è stata la tragica morte di 14 persone, tra cui due bambini. Solo il coraggioso Eitan, allora appena cinque anni, è sopravvissuto.