Il governo tunisino ha sorpreso tutti restituendo all’Unione Europea 60 milioni di euro di aiuti liberati da Bruxelles la settimana precedente. Tale decisione è stata percepita come un atto di grande fermezza da parte del governo tunisino. Il presidente tunisino, Kais Saied, ha manifestato la sua insoddisfazione riguardo ai fondi ricevuti, rifiutando qualsiasi forma di “carità”.
Diverse fonti hanno confermato che la restituzione dei fondi è stata immediatamente portata all’attenzione della Commissione Europea. Questi fondi, originariamente destinati al supporto del paese nordafricano, facevano parte di un programma di recupero legato al COVID-19. Questi avrebbero dovuto rappresentare solo una parte, in quanto la prima tranche di un pacchetto più ampio di 127 milioni di euro era già stata discussa e definita in un memorandum d’intesa tra l’UE e la Tunisia, firmato lo scorso luglio.
Tuttavia, poco tempo dopo l’annuncio da parte della Commissione Europea dell’erogazione di questi 127 milioni di euro, il presidente Saied ha preso una decisione radicale. Ha respinto l’offerta finanziaria, affermando che era inadeguata e non in linea con l’accordo precedentemente stipulato.
Saied ha voluto sottolineare la posizione della Tunisia, chiarificando che il paese, pur essendo aperto alla cooperazione internazionale, non può e non vuole accettare aiuti che vengano percepiti come caritatevoli o come semplici favoritismi. Ha inoltre aggiunto che il popolo tunisino, fiero e indipendente, non desidera simpatia, specialmente quando questa viene offerta senza un autentico rispetto.
La decisione di Saied ha certamente generato molti dibattiti e discussioni, sia all’interno del paese che a Bruxelles e nelle redazioni dei principali giornali europei. L’Unione Europea aveva presentato il memorandum come una soluzione win-win, un possibile accordo vantaggioso per entrambe le parti, in particolare per limitare i flussi migratori provenienti dai paesi del Nord Africa.
Tuttavia, la Commissione ha dichiarato che l’importo di 60 milioni di euro era stato pagato su richiesta del governo tunisino alla fine di agosto, nel tentativo di placare gli animi e fornire una spiegazione al pubblico europeo.
Oliver Várhelyi, commissario europeo per l’Allargamento e la Politica di Vicinato, ha ulteriormente sollecitato la Tunisia a riflettere sulla propria decisione e a restituire la somma, se realmente non fosse di suo gradimento. Nel frattempo, ha sottolineato l’importanza del rispetto reciproco nella partnership tra l’UE e la Tunisia.
A fronte della situazione, il portavoce della Commissione ha tenuto a ribadire che, nonostante tutto, l’Unione Europea rimane impegnata a lavorare sugli obiettivi del memorandum. Questo documento ha sempre generato dibattiti e controversie a livello europeo. Era nato con l’obiettivo principale di ridurre il numero di imbarcazioni di migranti che partono dalla Tunisia in direzione dell’Italia, ma ha ricevuto numerose critiche per presunti abusi delle autorità tunisine nei confronti degli immigrati subsahariani, sia dal Parlamento Europeo che da diverse organizzazioni umanitarie.