Il primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha sorprendentemente modificato le politiche ambientali del suo governo con un importante dietrofront annunciato mercoledì. Questa decisione è stata scaturita dalla pressione dell’ala più conservatrice del suo partito e degli attivisti che avevano guidato la campagna per la Brexit, che ora si oppongono alle restrizioni sul traffico, al divieto delle caldaie a gas e all’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050.
Inizialmente, Sunak si era impegnato a sostenere i piani precedentemente propugnati da Boris Johnson e dagli altri leader conservatori, che prevedevano azioni per rendere le abitazioni più efficienti, promuovere l’uso dei treni al posto degli aerei e sensibilizzare sulla dieta e sul suo impatto sulla salute e sull’ambiente. Il Regno Unito era stato considerato uno dei paesi più avanzati nella lotta contro la crisi climatica, con obiettivi ritenuti “quasi sufficienti” dal Climate Action Tracker, un progetto scientifico che monitora le politiche ambientali dei principali paesi.
La decisione di Sunak è stata motivata dalle critiche provenienti dal suo stesso partito e dall’insoddisfazione tra gli elettori. Pur sostenendo di voler mantenere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, Sunak ritiene che sia necessario perseguirlo in modo più “proporzionato”, sostenendo che le politiche attuali comportino costi eccessivi per i cittadini e che alcune misure siano inutili, dal momento che il Regno Unito ha già ridotto le sue emissioni più di altri paesi.
Sunak ha anche criticato il fatto che le politiche ambientali siano state implementate senza un adeguato dibattito nazionale. Tuttavia, è stato criticato dai membri del suo stesso partito, incluso l’ex primo ministro Boris Johnson, che ha affermato che il Regno Unito non può permettersi di vacillare nella lotta al cambiamento climatico.
Nel frattempo, il ministro degli Interni conservatore, Suella Braverman, ha sostenuto le nuove politiche del governo, affermando che è necessario un approccio pragmatico e proporzionato che tenga conto degli obiettivi ambientali senza danneggiare l’economia o i cittadini.
Il governo britannico ha assicurato di non abbandonare i propri impegni, ma non ha specificato come intenda mantenerli dopo aver rimesso in discussione alcune misure e scadenze.
Tra le nuove politiche annunciate, il governo ritarderà il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel dal 2030 al 2035 e manterrà almeno il 20% delle caldaie a gas per più anni, contrariamente al piano precedente che prevedeva l’eliminazione completa entro il prossimo decennio. Inoltre, Sunak ha annunciato l’abolizione delle multe per i proprietari di case che non effettuano lavori per migliorare l’efficienza energetica, l’eliminazione di tasse aggiuntive sui voli e l’abbandono di qualsiasi piano per incoraggiare i consumatori a condividere i viaggi in auto o a modificare la loro dieta.
Questo annuncio è coinciso con il vertice delle Nazioni Unite sulla crisi climatica a New York, al quale Sunak non ha partecipato, e ha suscitato critiche da parte di attivisti ambientali come Al Gore. La decisione di Sunak rischia di dividere ulteriormente il suo partito e di innescare un confronto sulla politica ambientale nel Regno Unito.